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Adolfo Morrone - Miria Savioli

La lettura in Italia
Comportamenti e tendenze: un'analisi dei dati Istat 2006

 

 

 

 

 

       



20 milioni e 381mila italiani sopra i 6 anni di età nel 2006 non hanno letto nessun libro. Né per piacere né per dovere professionale o scolastico – salvo i libri di testo obbligatori. E neppure per “lettura inconsapevole”, quella cioè dei libri per la casa, delle guide turistiche, dei libri gialli e rosa, dei libri per gli hobby.
E solo il 32,8% degli italiani sopra i 6 anni di età ha letto più di tre libri nell'anno di riferimento, anche qui comprendendo nel conto le letture “per dovere”.

Sono questi alcuni dati, sorprendenti ma non tanto, che si trovano in questo volume molto ricco non solo di statistiche ma anche di analisi e di riflessioni.
Gli autori, che sono entrambi ricercatori presso l’Istat, utilizzano a fondo il patrimonio di rilevazioni sulla lettura in Italia che l’istituto va raccogliendo dal 1957. Prima nell’ambito di ricerche più generali, poi (dal 1993) nell’ambito dell’indagine Aspetti della vita quotidiana, e successivamente a intervalli di 5 anni (l’ultima ricerca è del 2006) con rilevazioni molto più dettagliate, riportate nella ricerca I cittadini e il tempo libero. Quest'ultima raccoglie dati non solo sulla lettura di libri e quotidiani ma anche di settimanali e altri periodici (i questionari sono disponibili sul sito dell'Istat alla pagina: www.istat.it/strumenti/rispondenti/indagini/famiglia_societa/cultura)

La sezione del libro che si occupa della non-lettura ci fa sapere che coloro che hanno dichiarato di non aver letto nemmeno un libro nell’anno di riferimento (2006) - né nel loro tempo libero, né per motivi professionali o scolastici e neppure per “lettura inconsapevole” (guide turistiche, libri per la casa e gli hobby ecc.) - sono il 37 per cento della popolazione oltre i sei anni di età: più di una persona su tre.
Chi sono? Sono prevalentemente uomini, prevalentemente adulti o anziani. Curiosamente, è fra i giovani (20-24 anni) che si allarga di più la forbice fra femmine e maschi, a discapito di questi ultimi. Il livello d’istruzione, naturalmente, c’entra molto: la non-lettura scende con l’elevarsi del titolo di studio.
Anche la collocazione geografica ha molta influenza: la percentuale dei non-lettori aumenta uniformemente andando da nord verso sud. E purtroppo questo andamento, sfavorevole per il sud del Paese, resta lo stesso a tutti i livelli di scolarizzazione: i laureati del sud leggono un po’ meno di quelli del nord, e la differenza fra nord e sud cresce man mano che si considerano i livelli di scolarizzazione più bassi.
Ovviamente conta molto anche la differenza fra città e campagna: i non-lettori sono di più nelle zone rurali.

I dati che riguardano i bambini e i ragazzi, nel settore dei non-lettori (ancora una volta sono esclusi dal conto i libri di testo obbligatori) ci dicono che nella fascia fra i 6 e 10 anni di età i bambini che non leggono nulla sono il 30,4% su scala nazionale, cioè quasi uno su tre, con una punta inquietante del 49,4% al sud: quasi uno su due.
E’ questo un dato anche più preoccupante se si considera che solo il piacere di leggere conosciuto in età infantile promette di mantenere l’abitudine alla lettura oltre l’età scolastica. Lo ricordava già Gianni Rodari in un passo che gli autori riportano: "Ci sono persone laureate che finiscono di leggere il giorno in cui prendono la laurea. Perché? Perché il libro era coltivato nella loro formazione come un riflesso scolastico, non come un riflesso culturale, non come quella passione disinteressata che sola può destare qualcosa di durevole".

L’universo dei lettori giovani è però nel suo insieme, rispetto al quadro generale, il più consolante. Nonostante l’idea molto diffusa che i giovani non leggano, i dati dimostrano il contrario. Bambini e ragazzi sono comunque la fascia della popolazione che legge di più. E, quel che più conta, “le giovani generazioni esprimono un interesse per la lettura di piacere molto più accentuato rispetto a quello mostrato dalle generazioni adulte e anziane”. L’interesse per la lettura ha il suo picco intorno ai 14 anni, poi decresce fortemente e non è facile scovarne le ragioni. Un altro luogo comune che viene contestato è che siano la TV e il computer a distogliere i giovani dalla lettura. E’ vero invece che i livelli di lettura erano molto più bassi quando il libro non aveva concorrenti negli altri media. E per di più la percentuale dei giovani che leggono è in continuo aumento, e va ad assommarsi all’incremento dei tassi di utilizzo del PC. Gli autori parlano perciò di un “circolo virtuoso che porta i giovani che ricevono gli stimoli giusti dalla famiglia e dalla scuola a diventare onnivori consumatori di quanto offre oggi l’industria culturale”.

Resta però il fatto che i bambini e i ragazzi italiani leggono meno dei loro coetanei del nord-Europa.
Non sono solo i giovani ad avere questo poco invidiabile primato. Gli italiani nell’insieme si rivelano lettori più deboli nei confronti dei paesi ricchi, ma anche di quelli molto più poveri. Nel libro si trova qualche esempio eloquente. La quota dei lettori in Estonia è più elevata di quella italiana del 60%, mentre il PIL pro capite estone è 2/3 di quello italiano. Qualcosa di simile avviene nel raffronto con la Polonia. E che i soldi a disposizione non siano il motivo principale del nostro gap lo dimostrano anche i dati: i non-lettori italiani si “giustificano” con il costo troppo alto dei libri soltanto nel 5,5% delle risposte.
Ma questa inferiorità del nostro Paese ha a che vedere anche con un aspetto paradossale: le generazioni che leggono meno sono quelle anziane, e l’Italia è un paese ad elevato invecchiamento della popolazione.
Tuttavia l’aspetto più preoccupante, e strutturale, è quello del più basso livello generale d’istruzione e di competenza nel nostro Paese: i tassi di lettura inferiori a molti altri Paesi si correlano alla bassa quota di persone adulte che hanno completato la scuola superiore, da noi una delle più basse d’Europa. Ma questo discorso ci porterebbe troppo lontano.

Il libro è scritto in modo da essere leggibile da lettori di varia competenza. La chiara disposizione del materiale consente anche una lettura selettiva a chi preferisca saltare la parte tabellare e seguire le analisi e le riflessioni. Che sono disposte in tre campi: il quadro storico e generale, con il confronto nel contesto europeo e l’analisi dei fattori che influenzano la lettura; la descrizione e l’analisi dei diversi “tipi di lettura” (e di non-lettura); e infine un esame più ravvicinato della lettura “nel tempo libero”, cioè “per piacere”, con attenzione specifica ai generi e ai canali di acquisizione del libro, oggi molto differenziati.
Ricchi, naturalmente, l’apparato tabellare, la bibliografia e le note metodologiche.


Adolfo Morrone - Miria Savioli
La lettura in Italia - Comportamenti e tendenze: un'analisi dei dati Istat 2006
Premessa di Giuliano Vigini
Editrice Bibliografica, 2008, p. 212, € 24,00
ISBN 978-887075-675-3

                                                                                                                        
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ALICE NEL PAESE DEI BAMBINI
ideazione, titoli e testi di Rosella Picech
realizzazione grafica di Lena Chiodaroli

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