“La pittura cinese è un’arte del tratto. Richiede precisione e
gentilezza del gesto, ed è necessario osservare bene i modelli,
prima di agire e concentrare l’attenzione sulla punta del
pennello. Per far apparire un’immagine, un animale, un fiore
bastano pochi segni e qualche macchia”.
Nulla di più. Questa è tutta la teoria. Poche parole, per il
saggio cinese, nell’introdurti all’esempio e indurti alla
pratica. Fai come me, seguimi, imparerai.
Imparerò?
Come lui?
44 sono gli animali che puoi costruire. Mammiferi, uccelli,
pesci. Tantissimi pesci.
Pennello, china nera, colori a tempera e carta, preferibilmente
vera carta di riso, come si usa in Cina.
Intingere il pennello nella china, avendo l’accortezza di
tenerlo ben diritto, per via della punta che, leggera, dovrà
tracciare tratti sottili e, appoggiata, tratti più
grossi.
E poi diluire china e colore, per realizzare tratti e macchie
sfumati.
Tutto qui? null’altro? Be’, il
saggio aveva detto “osservare il modello”.
Il primo modello che ci si presenta è il riccio.
Nella pagina a fronte, i 5 passaggi che progressivamente dalle
parti portano all’intero: lo sviluppo in cinque mosse: 1, 2, 3,
4, 5; nell’altra pagina, il compimento: un riccio goloso di
mele rosse, trionfalmente appoggiato su “un piedistallo” che si
fregia delle scritte di quelle cinque mosse vincenti .
Dal primo esempio al bestiario
intero (...panda, gru, pinguino.... gatto, scimmia.....elefante,
tigre, leone.... pesce piagnone, pesce oranda cappuccetto
rosso....rana, gambero....).
In un volume elegante, curato,
rilegato a spirale. Per tutti.
Yang Fujing, Il mio primo libro di pittura – Gli animali,
Magazzini Salani, 2007, p.96, € 12,50 |