albi illustrati

Bruno, il bambino che imparò a volare di Nadia Terranova, illustrazioni di Ofra Amit, Orecchio acerbo editore.

David Grossman nella seconda sezione del suo romanzo Vedi alla voce amore trasferisce il protagonista, Momik, dall’infanzia in cui l’aveva collocato come “figlio dell’olocausto”, alle vesti di uno scrittore che insegue il pensiero e l’opera di un suo mito, Bruno Schulz, un grande scrittore ebreo polacco, autore di Le botteghe color cannella, ucciso nel ghetto di Drohobycz da un ufficiale nazista per far dispetto a un altro ufficiale suo “nemico”: “Tu hai ammazzato il mio ebreo e io ora ho ammazzato il tuo”».
L’orrore di quel gesto e di quella motivazione aberrante porta il protagonista a conclusioni che rifuggono dalla realtà: Bruno non è morto, è fuggito da Drohobycz per arrivare fino a Danzica, per immergersi nel mare e unirsi a un folto gruppo di storioni, portando in salvo il suo ultimo romanzo, Il Messia, del quale non si è più trovata traccia.
L’omaggio di Grossman a Bruno Schulz non si ferma alla rievocazione dello scrittore ma insegue la sua memoria in più di un’invenzione fantastica: le storie de Le botteghe color cannella, sono dominate, nel racconto del figlio, dalla figura di un padre vecchio e folle, alla cui presenza parole e immagini proliferano dando corso a un caleidoscopio di creazioni narrative, generatore di metamorfosi e metafore.
Rievocano la storia di Bruno Schulz, vittima delle persecuzioni razziali nella Polonia del ghetto, anche le due autrici di un bell’albo illustrato, Bruno il bambino che imparò a volare.
Nadia Terranova, al testo, Ofra Amit alle illustrazioni, ricostruiscono la storia dello scrittore, intrecciandone vita e opera, suggestionate dal suo stesso romanzare, memori anche della pagina di Grossman.
Un ricordo di Bruno Schulz, un omaggio alla sua straordinaria fantasia, scanditi da "stazioni” che contemplano: un bambino all’opera nell’esercitarsi negli incantamenti di cui era padrone il padre, capace di suscitare vita in figure senza vita, abile a trasformarsi in volatile, mammifero, insetto e all’occorrenza anche in pompiere; un ragazzo senza padre, alla ricerca del padre, in una rincorsa documentata dai suoi fantastici disegni. E solo un foglio e una matita, per richiamare, in Bruno, lo scrittore, il giornalista, il disegnatore. Anche l’ insegnante.
Fino a quando a Drohobycz, Polonia, arrivarono i nazisti. E allora Bruno, che era stato additato sempre un po’ come diverso, a causa della sua testa grossa, della sua stravaganza, nel non essere come gli altri, diventò ancora più “diverso”. Perché Bruno era ebreo.
Surreali, come si conviene a questa storia, i disegni, che traggono ispirazione da buona scuola, collocandosi in una rielaborazione figurativa simbolica; semplificano i testi, dediti a scansioni ellitticamente poetiche. (r.p.)

Nadia Terranova, ilustrazioni di Ofra Amit, Bruno. Il bambino che imparò a volare, Orecchio acerbo, 2012, 40 pagine a colori, 16 euro.

Alla Biblioteca Europea di Roma, il 26 gennaio 2012, alle ore 18, "Omaggio a Bruno Schulz", in occasione della presentazione del libro Bruno, il bambino che imparò a volare di Nadia Terranova, illustrazioni di Ofra Amit, Orecchio acerbo editore. Intervengono Nadia Terranova, Ofra Amit, Francesco Cataluccio, Jeroslaw Mikolajevski.

I disegni originali di Ofra Amit saranno in mostra dal 15 gennaio al 5 febbraio 2012 alla Galleria Tricromia di Roma.

 

 

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ALICE NEL PAESE DEI BAMBINI
ideazione, titoli e testi di Rosella Picech
realizzazione grafica di Lena Chiodaroli

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