romanzi / recensioni

Il piccolo burattinaio di Varsavia di Eva Weaver, Traduzione di Martino Gozzi; Illustrazioni di Piero Macola; Mondadori 2013, p. 372, Contemporanea, € 17,00; Età: dai 12 anni.

“Per le vittime di guerra, di allora e di oggi. Possa questo libro curare le ferite, favorire il dialogo e la pace”.
La dedica e l’auspicio, che l’autrice pone sulla pagina a precedere il romanzo, rendono appieno il senso del progetto e la sua realizzazione.

La ripartizione in tre tempi delle vicende raccontate assegna,  nel primo tempo,  a un io narrante -un ragazzo, Mika, la Vittima”-  la rappresentazione della tragedia dell’Olocausto, nel  farsi e nel compiersi, vissuta in quel particolare inferno che fu il ghetto di Varsavia.
Nel secondo tempo, la situazione si capovolge, ed è “il Carnefice”, il soldato tedesco di stanza nel ghetto di Varsavia, Max,  a venire in primo piano, nel castigo del vinto deportato in Siberia.
Il capitolo conclusivo del romanzo raduna i discendenti, figli e nipoti dei protagonisti  a tendersi la mano, in un gesto di riconciliazione.
A legare ogni passaggio, un testimone, un burattino, il Principe, tolto dal suo teatro, a creare un ponte fra gli orrori della guerra e i giorni della pace.

Il Principe, Mika lo trovò nel cappotto del nonno. Erano i primi giorni di guerra, dell’invasione della Polonia, i primi giorni del ghetto di Varsavia. La premessa crudele alla soluzione finale dello sterminio.
Nelle tasche del cappotto del nonno, assieme al Principe c’è una piccola chiave. Aprirà a Mika - nel ripostiglio segreto del minuscolo appartamento in cui vive di stenti con altre nove persone- un luogo di meraviglie, un laboratorio  in cui ogni singolo straccio strappato alla povertà della guerra rifiorisce in un teatro dei burattini.
Incrementando la fantastica compagnia, creata dal nonno, Mika diventa “il piccolo burattinaio del ghetto”, allentando con i suoi spettacoli la morsa della fame e la disperazione di grandi e bambini.
L’incontro con Max, il soldato tedesco, che lo piega all’intrattenimento di truppe della Wermarcht e delle  SS, gli salverà la vita ma  il prezzo che il ragazzo dovrà pagare saranno la perdita dell’innocenza e la perdita del burattino, complice e amico.
Il Principe, consegnato a Max, in cambio della mancata deportazione della madre di Mika, finirà in Siberia, a conforto  e rimorso della coscienza del soldato tedesco.

In pagine poco incontrate in altri contesti, una raffigurazione forte emozionante e sfaccettata della Storia, che dà conto della tragedia della vittima come del tormento del carnefice.


(di Rosella Picech, LiBeR 101)

 

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ALICE NEL PAESE DEI BAMBINI
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