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Uomini e Orsi nell’incanto del Parco d’Abruzzo.
Il passaggio dell’Orso di Giuseppe Festa  (Salani)

Non era facile trovare quel “passaggio dell’orso”. Valeva tentare. Ne andava di mezzo un consenso alla possibile pacificazione dell’uomo con la natura e tutte le creature diverse che la abitano.
Giuseppe Festa, naturalista e appassionato costruttore di percorsi di educazione ambientale per le scuole, nonché cantante e autore di successo, con il suo romanzo “Il passaggio dell’orso” affronta l’azzardo.

Quale teatro più naturale e vicino del Parco Nazionale d’Abruzzo per la messa in scena di un racconto di uomini  e altri animali?
Una nascita è all’origine di questa storia. Di un bambino e due cuccioli d’orso. Simultanea. Foriera di intrecci e importanti sviluppi.  Ripresa in scene che si alternano e sembrano dialogare fra loro. Così come gli ambienti in cui si muovono uomini e animali. Distanti ma ravvicinati dalla cura e dall’amore dell’uomo. Avvicinati ma distanziati dall’avidità e dal cinismo dell’uomo.

Scenario per tutte le stagioni, la natura trionfa in ogni piega della storia. Stormisce nelle fronde, s’insinua nelle tane, gorgoglia nei corsi d’acqua, raggela nel ghiaccio, impazzisce nel vento,  colora il bosco, lo imbianca, lo incendia: ogni stagione ha la sua occasione come la vita delle creature che la abitano: nascono e muoiono, spesso a causa le une delle altre. Giuseppe Festa da naturalista diventa poeta quando s’incanta a contemplarla.

L’intreccio del romanzo prevede molti attori. Dall’una e dall’altra parte. Uomini e animali. Alcuni importanti.
Come il Guardaparco Sandro Di Ianni che, cresciuto alla scuola di un buon maestro, conosce palmo a palmo il territorio, riconosce a uno a uno ogni rappresentante della famiglia dell’Orso marsicano, abitante del Parco, protetto perché a rischio di estinzione; Sandro è il papà di Luca, il bambino “fratello” dei piccoli orsi, è l’indomito sostenitore di una natura da preservare anche contro la modernità che vorrebbe indagarla, intromettendosi.
Come l’Orsa con i suoi cuccioli. Protetta a distanza ravvicinata dal guardaparco, che contravvenendo all’imperativo professionale di “vigilare ma non intervenire”, adesso che è diventato papà, è messa in guardia dall’aggressione del lupo, al quale è anche sottratto uno dei suoi piccoli.
Come i ragazzi volontari. Adolescenti  in cerca di buone motivazioni alla professione alla vita all’amore.
Ma anche come molti comprimari, ciascuno ritratto in un ruolo di minore o maggiore incidenza, tutti al servizio della buona causa del Parco.
Non manca il cattivo di turno. Lo speculatore spregiudicato che mai farà vedere il suo volto, manovrando nascosto l’avidità e la mancanza di scrupoli di altri.

Miscelando gli ingredienti, ne viene fuori una storia avvincente che all’azione (molto movimento inteso a scongiurare il boicottaggio della gestione del Parco e il sacrificio degli animali a vantaggio di lucrose imprese) accosta ampie possibilità di riflessione (sulla responsabilità dell’uomo, sulla convivenza dei molti e diversi esseri viventi, sulla cura e la custodia del  territorio), avvalendosi  di molta competenza  e buona divulgazione naturalistica. (di Rosella Picech, Alicenelpaesedeibambini.it, Maggio 2014)

vedi anche L'ombra del Gattopardo, sempre di Giuseppe Festa, ancora ambientato nel Parco d'Abruzzo.

   

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ALICE NEL PAESE DEI BAMBINI
ideazione, titoli e testi di Rosella Picech
realizzazione grafica di Lena Chiodaroli

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