il romanzo grafico

Jane, la volpe & io di Isabelle Arsenault, Fanny Britt, traduzione di Michele Foschini, Mondadori, 2014, p.102, € 16.00.
In libreria, il romanzo grafico che è stato giudicato da The New York Times “Tra i dieci migliori libri illustrati del 2013”.
 

Un libro meraviglioso. Un romanzo grafico. Scritto e disegnato come se testo e illustrazione fossero una cosa sola. In un progetto che realizza uno scambio luminoso fra parola e immagine a rintracciare quel corridoio stretto pieno di insidie che sembra non avere fine, in cui s’attarda un’infanzia che sta per diventare adolescenza, e no, non è un’età felice.  

Piccoli studi di figurine chiare in movimento o  appiattite sullo sfondo della scena che vira al color seppia. Anche da lontano si notano i loro ammiccamenti, la disponibilità al dispetto, l’ennesimo progetto di uno scherno.
Helene pesa centodieci chili … e puzza”. E lei è lì. Helene che un giorno pesa “centodieci chili e puzza” e quello dopo ne “pesa sessantadue”, per questo “Non parlate con Helene, non ha più amiche”.
Helene, che non è “brillante, magra, sveglia”, è pronta a distinguersi negativamente, un po’ calcata nel cappottino scuro, su quella stessa pagina dove si muovono leggiadre, libere, leggere, le figurine dispettose di Genevieve, Anne Julie, Sarah e Cloe.

C’è un’ora sola di tregua per Helene nella tristezza della sua giornata. Succede quando Helene apre un libro, Jane Eyre. La magia che accende quella pagina spezza la grigia uniformità dell’abitudine e spalanca la storia di Helene a un’altra storia.
Con Jane Eyre, Helene diventa un po’ Jane Eyre. Anche Jane Eyre non è "“brillante, magra, sveglia”, quando subisce i soprusi della zia e mangia minestrine d'acqua in quel collegio che sembra una prigione ...  E in parallelo vanno avanti le due storie, raccontate da Helene nello stesso libro.

Sembra non esserci speranza per Helene. Non a scuola, dove ci sono Genevieve, Anne Julie, Sarah e Cloe che la insultano sui muri, né lungo la strada che conduce a casa, che pure è ricca d’alberi, notevoli edifici, e costeggia anche un romantico laghetto; non in casa: la mamma è infaticabile ma stanca, un papà non c’è. Per non dire del negozio di costumi, dove lo specchio non tradisce Helene e le consente, una volta ancora, di dirsi che no, non è “brillante, magra, sveglia”.
Per bocca di Helene, se lo ripete anche Jane Eyre, a Thornfield, con Adele e il signor Rochester, guardandosi spietatamente allo specchio del confronto che le porge la signorina Ingram, “dolce rosa vivace”.
Questione di modelli che ti costringono ai conti con te stessa e forse ti spingono a qualche riconsiderazione.

Questione di incontri.
Perché fuori della scuola, fuori della casa, su un’altra strada che non sia la stessa, per esempio in un campeggio, dove mai saresti voluta andare (ancora una volta con Genevieve, Anne Julie, Sarah e Cloe), potresti avvistare una volpe rossa, non avrai il tempo di addomesticarla né di sentirti dire grazie come è successo al Piccolo Principe, ma è rossa, proprio lì su quella pagina che fino a quel momento era stata grigia, e ti si accosta fiduciosa, come la bambina alla quale presteresti volentieri il libro di Jane Eyre.
E allora, come le pagine del libro sussultano, sorprese nei colori, per via di questo cambiamento, anche il tuo futuro potrebbe rivestirsi di promesse meno grigie.

Nello snodarsi del dolore di sé, dell’insicurezza dei confini del corpo, dell’incertezza dell’identità,  il conforto e lo scambio degli incontri nei libri che spingono alla stessa ricerca nella realtà. In un mondo ricreato nella singolarità distinguibile delle illustrazioni di una firma d’autore e nella fortunata pronuncia del testo.

(di Rosella Picech, Alicenelpaesedeibambini.it, Marzo 2014)

 

        torna alla home page

ALICE NEL PAESE DEI BAMBINI
ideazione, titoli e testi di Rosella Picech
realizzazione grafica di Lena Chiodaroli

tutti i diritti riservati