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storie di illustratori e di libri illustrati  
 
Mara Cerri                                                        
Mara Cerri è nata a Pesaro nel 1978,
ha frequentato la Scuola del Libro di Urbino,
sezione Cinema d’Animazione.
In seguito si è dedicata all’illustrazione, "spinta dalla curiosità di ricercare corrispondenze tra parole e immagini".
Ha collaborato con riviste e quotidiani quali Il Manifesto, L’Internazionale, Il Caffè illustrato, Lo Straniero, Carta…
Ha partecipato alla Mostra Illustratori della
Fiera del Libro di Bologna nelle edizioni 2003-2004,
alla Biennale di Illustrazione di Bratislava 2003
e alla portoghese “Illustrarte2003”.

Tra i libri pubblicati: L’Anima Nuvola, Fuoco,
Dentro gli occhi cosa resta (Fatatrac editore); Dagli Appennini alle Ande (e/o editore); La Traviata (Grimm Press); Cleopatra (EL);  Fili, Ippolita la bambina perfetta (Arka editore); Ad una stella cadente (Orecchio Acerbo editore); La bambina di ghiaccio (Emme edizioni); Storia di Pilina (Carthusia edizioni);
In volo, sezione poesia di un'antologia (Zanichelli).
Svolge laboratori di illustrazione e cinema d’animazione per bambini e adulti presso Biblioteche, Musei, Scuole.

 

Il curriculum fornito da Mara Cerri è essenziale, senza alcuna infioritura. Si potrebbe pensare che è una di poche parole. Invece, a leggere fra quelle righe, davvero poche, elencative, un sospetto ti viene. “Si è dedicata all’illustrazione spinta dalla curiosità di ricercare corrispondenze tra parole e immagini” dice di sé. Quella è la spia.

E ci sei riuscita? con quale esercizio?
Sono subito in difficoltà, alla prima domanda... Dire che ci sono riuscita, al momento, mi sembra presunzione e forse anche un po’ faciloneria. Non so nemmeno se esista un traguardo tracciato da qualche parte... piuttosto direi che questo proposito è una motivazione, una tensione, prima ancora che un obiettivo. 
E l’esercizio è un po’ questo.
Cercare di non sporgersi mai troppo dalla parte della didascalia, di quella illustrazione che ripete, replica le parole scritte e magari fa loro anche torto, privandole di una leggerezza conquistata a fatica.
C'è uno scritto di Borges a cui ormai non sono più capace di rinunciare quando cerco di definire il lavoro dell'illustrazione..." il libro è lo specchio d'ogni volto che sopra vi si china". Penso all' illustratore come ad un lettore privilegiato, quello che dopo essersi chinato sul libro può dire agli altri quello che ha visto.

Hai pubblicato libri scritti e illustrati da te?
Si , due: "Dentro gli occhi cosa resta" (Fatatrac) e "A una stella cadente" (orecchio acerbo).

Cosa succede quando illustri un libro scritto da un altro e cosa succede quando illustri un libro scritto da te?
E' molto diverso illustrare un proprio testo o quello di un altro ( che spesse volte è uno sconosciuto). Cadono molte paure e incertezze, non c'è rischio di pestare piedi o maltrattare parole. E resta più facile quel tentativo di stabilire corrispondenze... perchè viene da sé che parole e segni cercano di completarsi l'un l'altro e sono al sicuro da fraintendimenti.
Non voglio togliere però valore al libro a quattro mani, perchè di quest'ultimo amo lo scambio ed il dialogo con l'autore, se pure rimane spesso solo sulle pagine del libro.

Come definiresti il tuo stile illustrativo? Quali ascendenze tecniche e culturali gli riconosci?
Non saprei definirlo mettendogli un cappello perchè sarebbe dargli un senso di compiutezza che non ha. Non riesco neppure a riconoscergli precise ascendenze, il mio procedere è disordinato, bendato e questo mi crea non poche insicurezze. Quelle che hai citato mi sembrano pregi, qualità forti e stabili che mi sfuggono di continuo. Di sicuro provengo da quello che ho letto e guardato dall'infanzia ad oggi, e qualche impressione, qualche pezzo deve pur essermi rimasto impigliato addosso.
Se mi chiedessi ora un'immagine importante direi "L'iguana" di Anna Maria Ortese: di spalle, mentre conta e riordina le sue "pietruzze".

Quali influenze ti derivano dal cinema d’animazione (che hai frequentato durante gli studi e che tuttora coltivi nei laboratori che conduci per bambini e adulti assieme al tuo compagno)?
Il Cinema d'Animazione è una magia, è l'alito soffiato dentro un disegno, un guanto, un sasso. E poi è il divenire, la trasformazione. Forse è uno dei motivi per cui non so attribuire compiutezza ai miei lavori... mi sembra sempre che debbano prima o poi iniziare a muoversi... accomodarsi ogni volta in una nuova forma che sul mio mutare prende le misure.

Mi potresti descrivere come si svolge uno di questi laboratori?
Nel momento in cui incontriamo i bambini i nostri rispettivi ruoli sono ben definiti: io penso al coordinamento dell'incontro mentre Massimo, il mio compagno, assicura che il lavoro svolto abbia riscontri in termini pratici: è lui che guida i bambini nel momento di "ripresa" del lavoro, nell'acquisizione dei fotogrammi al computer.
Il laboratorio, che qui descrivo, si articola in tre lezioni di 2 ore ciascuna, al termine delle quali i bambini avranno realizzato (a partire da un testo) un piccolo film d'animazione, utilizzando le carte ritagliate ed animando personaggi e fondali, da loro realizzati, ad illustrazione del testo.

Il “laboratorio di carta” di Mara e Massimo
Il laboratorio ha l’obiettivo di sensibilizzare i bambini nei confronti della carta.
Fogli tagliati, strappati, assemblati e infine attraversati dalla luce di un banco luminoso svelano potenzialità incredibili nel creare spazi e piani su cui l’immaginazione si perde.
Il laboratorio ha una durata di 1 ora e trenta minuti e si sviluppa in due momenti consecutivi:
 - il primo è di carattere narrativo. Lavoriamo in diretta sul banco luminoso accompagnati da una voce narrante e da musiche che cambiano nella forza e nel carattere a scandire i diversi momenti della storia. Il tutto ripreso da una telecamera e proiettato in tempo reale ( durata dai 20 ai 30 minuti).
 - il secondo momento vede i bambini protagonisti, invitati e stimolati in una riflessione sul comportamento della carta davanti alla luce e in una sperimentazione diretta della tecnica. Ogni bambino avrà modo di pensare, interpretare, ritagliare e comporre la sua immagine sul piano luminoso.
In repertorio, attualmente, le storie disponibili sono : Cappuccetto Rosso di Charles Perrault e La bambina dei fiammiferi di Hans Christian Andersen.
Per la realizzazione dello spettacolo si chiede la disponibilità in loco (scuola, biblioteca, museo) di un videoproiettore e di un telo ( o parete bianca) per le proiezioni.
Materiali necessari per la fase di laboratorio: carta ( veline, carta di riso, cartoncini…) di diversi colori, forbici.
(Per contatti: Mara Cerri e Massimo Ottoni tel. 347 7899605 e-mail: mara.cerri@tin.it ) .

Qual è il libro che Mara vorrebbe vedere recensito in questa pagina?
A una stella cadente , è la risposta.
Che è nato – dice Mara - “... prima nei segni sul foglio che cercavano di raccontarmi com'ero in quel momento. Poi sono arrivate le parole a dare senso ed unità, a spiegarmi quello che stavo facendo... soprattutto quello che stavo desiderando perchè questo libro è un libro di desideri, il tentativo di sfuggire alla pesantezza che a volte mi prende ed è il peggior nemico”.

Guardiamolo
.
Singolare presentazione. Il volume è un cartoncino ripiegato, a fisarmonica. Graficamente elegante, nella sua custodia.
Aperto, “svolge” il suo discorso di disegni e parole, in bianco e nero.
Parole vive che si muovono che parlano che cercano compagnia. Parole che sentono il limite della parola e così la dilatano. Aprendola, spalancandola. In un dialogo che raggiunge altre sponde: disegni fermi sul foglio che chiedono il soccorso della parola per muoversi. Parole e disegni. In un desiderio reciproco. Come dice la giovane Mara, “in una corrispondenza”.
A una stella cadente, si chiede la realizzazione di un desiderio che cada dal cielo nella sua scia luminosa. La stella non dice che cosa è venuta a portare. Le confidenze trapelano: ognuna delle ragazze chiamate le svela. Ciascuna di esse ha un desiderio. Cristiana, Valentina, Mara, Maria, Marzia, Tiziana, Magda.
Tutti i desideri (annotati in più lingue)  escono da un corpo che è altro da sé, altro da come si richiede che sia un corpo di donna. Infatti, mitiche sirene formulano il loro desiderio da metamorfosi raffinatissime, con parole che gorgogliano (così devono parlare i pesci), con parole che guizzano (piccoli pesci sfuggiti a bocche incaute), per espellerlo quel desiderio, come fosse zavorra. Come fosse peso. Come nel desiderio di Mara. "Sapere che succede  a tutti di sentirsi goffi e pesanti". Trattenuta da una gravità paventata, grossa e pesante come una pera, nell’involucro di una pera, la ballerina è imprigionata e non può spiccare il suo volo.
Ragionare al femminile. Per sottrazione. Arrivare all’essenza, abbandonare il colore. Che pure trionfava glorioso e radioso in altre prove di Mara (si veda l’immagine sulla home page).

Mara Cerri, A una stella cadente, Orecchio Acerbo Edizioni, 2004, € 8.00
Nel marzo 2007 è uscita una nuova edizione di A una stella cadente, arricchita di testi e disegni e di formato diverso (pagine 32, cm. 20 x 27), € 13,50. Nel giugno 2009, l'opera è stata selezionata dalla Biennale dell'Illustrazione di Bratislava assieme a un'altra opera dell'autrice: Via Curiel 8
 



ALICE NEL PAESE DEI BAMBINI
ideazione, titoli e testi di Rosella Picech
realizzazione grafica di Lena Chiodaroli

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