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storie di illustratori e di libri illustrati  
 
Marco Martis                              

Marco Martis è nato nel 1968. Vive e lavora a Torino.
Si é diplomato in Grafica Pubblicitaria presso l’Istituto Ada Gobetti Marchesini -ora Albe Steiner- di Torino e 
si é laureato in Architettura presso il Politecnico della stessa città con una tesi dal titolo “Le Città di Carta: Città e metropoli nel racconto a fumetti. Il mito della città verticale americana, 1910-1940.”
Disegna illustrazioni per l’editoria di libri per ragazzi e per  la comunicazione istituzionale. Disegna e dipinge scenografie
per il cinema d’animazione. Tiene laboratori di lettura e illustrazione per bambini, con Stefania Gallo. Ha partecipato a molte mostre collettive. 

 

Piccoli flash dal curriculum vitae di Marco Martis.

Da piccolo. Disegnare sì, leggere no.
“Disegnare mi è sempre piaciuto. Fin dalle scuole elementari facevo dei bei disegni che avevano un gran successo in classe (a dire il vero, ricordo che scopiazzavo anche i disegni dei compagni, cercando di migliorarli, se ci riuscivo). Andavo bene a scuola, e mi divertiva fare i compiti. Invece ero avverso alle letture : ricevevo in dono bei libri d’avventura, ma non li leggevo mai. Zanna Bianca, Moby Dick ridotto per ragazzi, I viaggi di Gulliver. Poi, Il Piccolo Principe. Quando l’ho aperto non l’ho richiuso se non dopo averlo letto tutto quanto. Ma non sono diventato un gran lettore neanche in quel momento”.

Gli studi, la formazione, il lavoro
”Mi sono diplomato in un Istituto per Grafica e Pubblicità e poi mi sono laureato in Architettura. Studiavo e lavoravo: illustrazione e cinema d’animazione (serie televisive e lungometraggi), tutte produzioni italiane. Mi piace disegnare per raccontare storie e fare cultura. Tengo al fatto di passare dei buoni messaggi e lavorare su buone storie. E’ la ragione per cui  sono sempre stato lontano dalla pubblicità. Ma è vero, come dice un’altra illustratrice su queste pagine, che di sola illustrazione non si vive.
Ho tenuto, da solo e con la mia compagna, laboratori di lettura e illustrazione con bambini delle scuole elementari : è un lavoro molto energico e appagante. I bambini sono molto contenti, c’è scambio, e si impara tantissimo. Cercheremo di farne molti di più”.

Autori di testi, autori di illustrazioni. Preferenze.
“L’autore per ragazzi che preferisco è Roald Dahl; ho letto qualcosa anche di Bianca Pitzorno (Tornatras, per esempio, mi è piaciuto) e di Isabel Allende, recentemente, i primi due racconti per ragazzi dei tre pubblicati da Feltrinelli . Prima ancora Harry Potter. L’occhio del lupo di Daniel Pennac mi ha colpito molto. Ricordo di aver avuto l’impressione che la narrazione dell’illustratore (Paolo Cardoni) diventasse quasi autonoma e parallela rispetto a quella dell’autore: mi sembrava una qualità di quel libro. Un illustratore che amo è Quentin Blake : adoro la sua sintesi di leggerezza ed espressività. Poi Lorenzo  Mattotti, per le forme e i colori. Il tedesco Wolf Erlbruch è un amore di anni fa : elegante, divertente, fantasioso. Penso l’illustrazione al servizio della parola, ma amo quando riesce a
librarsi e sospendersi, autonoma, raccontando dettagli e particolari in
più, in dialogo con il testo”.
 

Un libro che ha illustrato e che vorrebbe vedere recensito su questa pagina del sito.
“Sceglierei il primo titolo che ho pubblicato (O che beela eredità, di William
Taylor
, Salani 1997): ci sono affezionato. E’ molto movimentato e pure divertente.
Ma va bene anche l'ultimo che ho illustrato: Maledetto 13, di G. Moncomble nella collana Graffi di Giunti, 2004”.

Oro, rosso, nero, i colori; i drappi di un sipario, una locandina, ombre in movimento (silhouette in controluce, un aggressore e un aggredito inerme), le forme. Radunati in copertina, fissati in un'immagine, gli elementi del racconto, intitolato Maledetto 13, scritto da Gérard Moncomble, illustrato da Marco Martis, pubblicato da Giunti nella collana Graffi, sembrano promettere non poche emozioni.
Nel racconto, realtà e sogno in dialogo a produrre sorprendenti confusioni. Noto l'espediente narrativo, qui applicato a una categoria (il teatro) che ne conosce bene le varianti. 
Protagonista sui due piani (di realtà e sogno) è un ragazzino, cui viene inopinatamente regalato un biglietto per il teatro dei burattini. La suggestione della scena a sipario aperto è profondamente coinvolgente giacché le marionette di legno, animate da un Mangiafuoco pienamente entrato nei panni, sembrano fare a meno di spinte e di fili. Anzi, sembrano così vere da turbare i sogni del protagonista, assieme al loro inquietante burattinaio, trasformandoli in incubi.
Questa è la premessa che s'attira gli sguardi di tanti pinocchi e di molti avvincenti burattinai che nella letteratura hanno trovato spazio al loro ambizioso esercizio di suscitare l'anima dalla materia oppure di invertire l'operazione. 
Narrato in prima persona, il racconto parte da una realtà banale per scivolare nell' incubo angoscioso di agguati, rapimenti, piani diabolici che prevedono la trasformazione di esseri umani (bambini) in burattini. Al risveglio finale, di obbligato realismo, rimane però un interrogativo di serpeggiante inquietudine. 
Martis entra frequentemente nella scena del racconto, dopo essersi dato una strategia. La scelta del bianco e nero è scelta di collana, quindi obbligata. Martis la calca. Rimarca il contrasto. Pieno, il nero. Vuoto, il bianco. Tavole a foglio intero con funzione di icone; piccoli fregi ad indicare simboli o più semplicemente a ribadire un passaggio del testo. 
Scorrono sotto lo guardo del lettore disegni che sembrano xilografie pronte ad incidere caratteri: questo è il terribile imbonitore che propaganda il suo teatro; quello è il burattino ribelle sotto il fascio di luce; quest'altro è l'indagatore del suo proprio sogno...Tutti degni di nota. Ad essi, si alternano piccole soluzioni illustrative, interpreti ora fedeli, ora discoste, che narrano integrandosi al testo o deviandolo verso un' intonazione sfuggita.
Questo lavoro, da sottolineare, in un volume tascabile, economico. Che certo di suo (quanto a carta, a colori e a formato) non fa grandi offerte.


Per l’editoria di libri per ragazzi, Marco Martis ha lavorato come illustratore con:  
Sonda: Giacomino, racconto di Anna Lavatelli su Il Giornale dei Bambini, 1995.  
Il Capitello: per la collana “Leprotto Lettore”, i racconti di Knister:
Il giallo di Natale; I piloti del tappeto volante; I piloti del tappeto volante ripartono, 1995–1996. 
Salani: per la collana “Gli Istrici”: O che Beela eredità, di W.Taylor, 1997; Un desbeliano è fuggito, di S. Ruiz Mignone, 1999.  
Piemme: per la collana “Il Battello a Vapore”: Harry e la banda delle decrepite, di A. Temperley, 1999; La vita è una bomba, di L. Garlando, 2000; Gli alieni sono fra noi, di N. Schusterman, 2002;  per la collana “Banda ridere”: Voglio un cane!, di D. Ticli, 2000; L’hai fatta grossa, Belzebik!, di C. Nostlinger, 2000; fuori collana: Downsiders, di N. Schusterman, 2001; la collana “Le indagini di Radio Globo” di P.M. Fasanotti, 2002.  
Einaudi Ragazzi: Guerra alla grande melanzana, di S. Bordiglioni, 2002.
Emme Edizioni: Sogni da Brivido, di S. Bordiglioni, 2002.  
Ecomuseo del Comune di Cortemilia:  Collana Le Nuove Favole: Il gigante delle langhe, 1999; I folletti delle langhe, 2000; Pietrùn, Pietrìn, Pietròt, 2001;Il cagnolino rubato, 2002; I mille colori, 2003; Un meraviglioso spettacolo, 2004. 

Giunti: per la collana “Graffi”: Maledetto 13!, di G. Moncomble, 2004.

 
ALICE NEL PAESE DEI BAMBINI
ideazione, titoli e testi di Rosella Picech - realizzazione grafica di Lena Chiodaroli

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