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 “Corvi, Fantasmi, Occhi che si accendono”, in biblioteca, con Laura e i suoi bambini

 

Sono una bibliotecaria che racconta " favole di paura " ai piccoli utenti sotto la capanna in biblio....per mercoledì 9 luglio vorrei la magia di qualche nuova storia " paurosa " per i miei mocciosetti ! Devo assolutamente spaventarli, ormai non hanno più paura di niente ! Aiuto....
ciao, laura
laura.tusa@libero.it

 

La sua collega di Volpago (ne veda la lettera in questa stessa rubrica), voleva bandire la paura dai cuori dei bambini leggendo loro storie di paura. Lei invece sembra spaventata dalla constatazione che i suoi “mocciosetti non hanno più paura di niente”. E al di là del tono scherzoso, fa trapelare la paura che i bambini non abbiano più paura. E forse ha ragione.

Ma qui si spostano i termini della questione. Perché non si tratta di venirle incontro con l’indicazione di storie sensazionali che facciano tornare la paura ai bambini, ma di riconsiderare il fenomeno che lei stessa denuncia.

La frequentazione di certa TV, di certi videogiochi, di film e giornalini che a questi si possono accostare (non si vuol far di tutta l’erba un fascio), ha abituato i bambini a limare la loro sensibilità di fronte alla violenza, alla prevaricazione, al diritto stracciato, al sangue, ai morti ammazzati delle varie fiction. Che vengono tranquillamente assimilate alle realtà viste alla televisione, lette sui giornali, riprese dai media. La guerra in Iraq? (e non è finita): un sequel TV; le stragi in Israele, Palestina, Afganistan, i Ceceni a Mosca….? Come si chiamava quel film, tutti quei film, con effetti così speciali di annientamento dei nemici, pum, ti faccio fuori, vi facciamo fuori, perché non ci piacete?

Giusto per esemplificare, ricordarle la confusione, che si può produrre nei bambini fra fantasia e realtà. Lì, in poltrona, davanti al teleschermo, alla playstation, superando magari qualche barriera in Internet. Bambini soli, lasciati soli. Che se la sbrigano. E negano. Io non ho paura.

Si tratta allora di recuperarla la paura, riqualificarla, ridandole la dignità che le spetta. Sentimento umano,  campanello d’allarme, indizio di tremore e di dubbio. Da non lasciarsene dominare. Affrontarla, pensarla. Chiamata con il suo giusto nome, farà la sua giusta paura.

Detto questo, e proprio per questo, ho in serbo per lei, per il suo “9 di luglio”, un consiglio davvero speciale. Corvi, Fantasmi, Occhi che si accendono è una raccolta di racconti firmati da grandi scrittori di libri per ragazzi, richiamati  dalla Nuova Zelanda e dallo Zimbabwe, dal Giappone e dal Canada, dall’Inghilterra, dalla Danimarca e dalla Spagna, rappresentata anche l’Italia, per una esemplare antologia che ha per tema la paura.


 

 

 

 

 

Corvi, fantasmi, occhi che si accendono
traduzione di Paola Mazzarelli
illustrazioni di Serena Riglietti
edizioni EL (Il Tesoro), p. 200, € 14,98
ISBN 88-477-0803-6


Banditi i facili sensazionalismi, questi racconti procedono, ciascuno alla propria maniera, verso approdi inquietanti. Appena sotto la loro superficie, increspata di paure e spaventi  narrativamente riusciti,  s’avverte un forte richiamo a problemi connessi al sentimento di sé che hanno uomini, donne e bambini.

E così ossessioni, parti non accette del proprio modo di essere, conflitti interiori irrisolti, il male e il bene che si spartiscono il campo in ognuno di noi, risultano in scena. Sono i protagonisti dei racconti. Fantasmi che non si danno pace; incubi che rendono lividi d’insonnia; occhi di bambole in cui si riverbera l’orrore di un fatto antico; corvi che possono essere ragazze e streghe, intercambiabili ed equivalenti; capre permalose ammansite da magiche pozioni; sdoppiamento della propria immagine, fuori dello specchio, dentro lo specchio; incapacità di arrendersi alla perdita e di accettare un lutto. Situazioni ben compendiate nel racconto finale, stilato come resoconto di una seduta di ipnosi; perfetto il dialogo, buona la riuscita. Ma cosa succede al terapeuta dopo che ha liberato il povero piccino da “ospiti sgraditi”?

Fa eccezione al coro composto dagli altri racconti, che ispirano la propria condotta ai canoni della magia, della fiaba, dell’ineffabile che mai si potrà dire, Attento a te, lettore! di Roberto Piumini. Lo dominano la guerra (quella evocata, in Bosnia); l’inquinamento dei mari, con rifiuti tossici; la corruzione politica, che piega al proprio tornaconto l’incolumità della gente. Ciascun episodio è ricondotto all’unità del racconto da un raccordo retorico (attento a te, lettore!), l’unico inteso a suscitare una paura “fittizia”  fra le molte paure vere rappresentate magistralmente dall’autore.

scrivi al cappellaio matto                                     


ALICE NEL PAESE DEI BAMBINI
ideazione, titoli e testi di Rosella Picech
realizzazione grafica e web di Lena Chiodaroli

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