Grazia Gotti
- Federica Iacobelli
Correre
saltare lanciare e leggere
I giochi olimpici da Olimpia ad Atene
Avete presente quei cronisti estivi, scrittori più che
giornalisti, viaggiatori e non turisti, che partono per mete
antiche avendo come rotta approdi d’oggi?
Salpano (magari da Venezia per navigare verso Lepanto),
ripercorrendo la storia che ha fatto la nostra storia, per
rammentarcela, per dirci ed indicarci tutti gli appigli che ha
con la realtà presente.
Le due autrici
di Correre, saltare,
lanciare e leggere – I Giochi Olimpici da Olimpia ad Atene
un po’ ce li ricordano. Anche se il viaggio che propongono è
viaggio solo immaginario,
architettato con l’intento (esplicito) di trascinare al loro
seguito i ragazzi.
Qual è la
rotta? Da Olimpia a Atene: trecento chilometri, tremila anni.
Olimpia 776 avanti Cristo, Atene 2004. Le Olimpiadi,
la loro storia.
Giocano di
realtà e metafora, Gotti e Iacobelli nel racconto. Insistono
sul salto dell’atleta ma s’entusiasmano al volo pindarico,
ammirano il lancio del disco ma non rinunciano a lanciar
l’idea, corrono nel tempo e nello spazio ma si soffermano su
“quella” corsa.
La prima corsa, la prima Olimpiade; in unico giorno di quel
fatidico anno,
quell’unica gara. Seicento piedi da correre tra la partenza e
il traguardo. Vince Koroibos di Elide; cronista Pausania.
I piedi?
potrebbero domandare i ragazzini, in corsa con Gotti e
Iacobelli, sì il piede come unità di misura, al posto del
metro, allora usava così. Ma perché proprio seicento? Non si
sa, non ce l’hanno fatto sapere. Anche se una leggenda dice
che per il numero furono prese a modello le orme (appunto
seicento) lasciate da Ercole, che gareggiò coi fratelli nelle
sabbie di Olimpia.
Correvano come
corriamo noi, gli atleti di Olimpia? Pitture e sculture antiche
ce li rappresentano, guardiamoli, facciamo raffronti; scrittori
antichi ci dicono che al via (al posto dello starter e allo
sparo di pistola) c’era un araldo che urlava “pronti con un
piede vicino all’altro”, si abbatteva una sbarra di legno e
si entrava in pista.
Ma come si fanno a sapere queste ed altre cose (il nesso fra
l’educazione, la cultura, la politica dei tempi e
l’istituzione dei giochi olimpici, la loro importanza, la loro
finalità, gli eventi che li precedevano e li accompagnavano, la
loro evoluzione…)?
Ce le rivela l’archeologia, la scienza che scava cerca e
decifra.
In tanto correre saltare lanciare e leggere, molte soste e
frequenti digressioni aprono teatri e sipari nel racconto. Da
essi si affacciano con autorevolezza e arguzia, autori antichi e
autori moderni, autori contemporanei: sono storici e scrittori,
poeti e archeologi ma anche mecenati illuminati; a tutti è concesso diritto di verso e
di parola. Dicono la loro anche ragazzi immaginari, che pongono
domande pertinenti e impertinenti per avere una riposta, che
puntualmente ricevono.
Sceneggiature,
alfabeti antichi, testi disseppelliti, odi, frammenti… escono
dalla borsa da viaggio delle autrici,
testimonianze riportate, testimonianze riallestite dei tempi in
cui nacquero, si svilupparono e sparirono, per poi rinascere
ancora, i giochi olimpici.
Pretesto le
Olimpiadi, il racconto diventa viaggio nei meandri del tempo,
alla riscoperta delle radici della nostra civiltà.
Nel testo, trovano comunque spazio e posto “cronache e radio
cronache” che ragguagliano il lettore su tutte le Olimpiadi
dell’epoca moderna: da Atene (1896) a Atene (2004), con
numeri, primati, campioni e curiosità.
Non resta che leggerle. Magari facendo confronti con l’oggi.
Guardando i giochi di Atene alla televisione.
Grazia
Gotti -Federica Iacobelli
Correre, saltare, lanciare e leggere.I giochi Olimpici da
Olimpia ad Atene
Fabbri, 2004, p.148, € 13,00
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