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I libri pop-up |
Sono i bambini che alzano, tirano, voltano, scoprono. E la
pagina animata, in rilievo, a tre dimensioni, "salta su".
Diventa gioco, teatrino, magia, scoperta.
I libri pop-up (così chiamati dall'editore Blue Ribbon
Press negli anni Trenta) fecero la loro prima comparsa come
strumenti didattici per la spiegazione di teorie e ricerche
in campo scientifico, quindi destinati agli adulti. Se ne
rintraccia addirittura testimonianza nei "libri anatomici"
del XIV secolo.
E' solo verso la fine del '700 che si cominciarono a
pubblicare i primi libri destinati "a passare il tempo" in
modo "dilettevole".
Sicuramente un impulso a questa produzione derivò dalla
confezione dei giocattoli ottici. La lanterna magica, gli
specchi curvi, le macchine ottiche (strumenti di origine
scientifica) riconvertirono la propria destinazione,
diventando molto popolari per la loro spettacolarità, così
preparando i tempi della stampa dei libri animati per
l'infanzia di metà Ottocento. Quando la Dean & Son, per
prima, ne avviò la produzione, pubblicando Dame Wonders
Transformation.
Con questa secolare tradizione alle spalle, i libri
pop-up sono un fenomeno commerciale di successo recente;
va fatto risalire a non molti anni fa il boom di questa
produzione. C'è da sottolineare che la loro progettazione
ingegnosa e complessa è appannaggio pressoché esclusivo di
paesi quali l'America e l'Inghilterra. Anche se in Italia
possiamo contare, da qualche anno a questa parte, su Massimo
Missiroli che, già famoso come collezionista, ora si fa
apprezzare come paper engineer a livello mondiale. Suoi i
pop-up Pinocchio, su disegno di Lucia Salemi, e La
mucca Moka e Fred Lingualunga
su disegno di AgostinoTraini, pubblicati da Emme Edizioni.
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